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Nov 29

Gli ultimi uomini sulla Luna, in attesa dei prossimi…

Cinquant’anni fa, il 7 dicembre 1972, partiva da Cape Canaveral a bordo di un razzo Saturn V, l’ultima missione con equipaggio del programma lunare della NASA, Apollo 17.

L’equipaggio di Apollo 17: Eugene A. Cernan (seduto), Ronald E. Evans (a destra), e Harrison H. Schmitt, a bordo del Lunar Roving Vehicle. Sullo sfondo, il razzo vettore Saturn V. Fonte: NASA

Per la prima volta, oltre al comandante Eugene Cernan, anche uno scienziato civile sarebbe sbarcato sulla superficie lunare: il geologo Harrison “Jack” Schmitt. Ad attendere il loro ritorno, in orbita attorno alla Luna col modulo di comando c’era il pilota Ronald Evans.

Apollo 17 chiudeva così l’ambizioso programma di esplorazione lunare iniziato nel 1961 con il famoso discorso del Presidente J. F. Kennedy al Congresso americano. Anche l’emblema della missione, disegnato per l’occasione, ribadiva la conclusione di questa fase dell’esplorazione spaziale: il volto del dio Apollo ed il volo dell’aquila stilizzata sono rivolti verso destra, dove sono indicati il pianeta Saturno ed una galassia, ad indicare i prossimi obiettivi: i pianeti e le stelle.

Come nelle precedenti missioni, l’equipaggio portò con sé un gruppo di strumentazioni scientifiche denominato ALSEP (Apollo Lunar Surface Experiments Package), da installare sulla superficie lunare, che comprendeva anche sismometri per lo studio del sottosuolo fino a chilometri di profondità grazie alle onde sismiche generate da piccole cariche esplosive che l’equipaggio collocò durante le esplorazioni a bordo del rover lunare.

Il luogo di allunaggio di Apollo 17 fotografato dal Lunar Reconnaissance Orbiter. Fonte: NASA/LRO

Il punto prescelto per l’allunaggio fu la valle di Taurus-Littrow, nome coniato dagli stessi astronauti di Apollo 17 perché la valle si trova nella catena montuosa Taurus, a sud del cratere Littrow, al confine col Mare della Serenità.

Qui si sarebbero potuto trovare rocce provenienti da attività vulcaniche relativamente giovani che avrebbero fornito informazioni preziose sulla geologia lunare ed in effetti fu intrigante la scoperta, nei pressi del cratere Shorty, di un’area ricoperta di piccole perline vetrose di colore arancione, frutto di antiche eruzioni vulcaniche esplosive.

Divertente è sentire dalla voce stessa degli astronauti il momento della scoperta (che può essere ascoltata qui, nella registrazione originale con foto e video), ne riporto una breve trascrizione:

Schmitt: Oh, hey!

Cernan: Che c’è?

Schmitt: Che sia un riflesso? Mi ha fregato già una volta. Qui c’è un terreno arancione!!

Cernan: OK, vengo a vedere.

Schmitt: È dappertutto!! Arancione!!!

Cernan: Non muoverti finché non arrivo.

Cernan: Hey, è vero!! Posso vederlo da qui!

Schmitt: È arancione!!

Cernan: Aspetta, alzo il visore. È ancora arancione!

Schmitt: Davvero! Pazzesco!

Cernan: Arancione!!

Houston: È dello stesso colore del formaggio? (molti formaggi americani sono arancione)

Cernan: Come può esserci del terreno arancione sulla Luna?!  Jack, è davvero arancione!

CapCom Houston (parlando con Evans sul modulo di comando): … Mentre ti stai preparando per il turno di riposo, può forse interessarti che l’equipaggio sulla superficie ha rinvenuto vicino a Shorty, un terreno arancione, molto arancione. Jack [Schmitt] sembra un ragazzino il giorno di Natale. Davvero, un bambino il mattino di Natale!

Evans: (ridendo) ci scommetto che è così. Hey, questa è una grande scoperta!]

Oltre a questo inaspettato ritrovamento, gli astronauti svolsero molte altre attività durante la loro permanenza di tre giorni sulla Luna: fecero tre escursioni sulla superficie con il veicolo lunare, percorrendo quasi 40 km; disposero gli esperimenti ALSEP; visitarono diversi piccoli crateri e massi raccogliendo oltre 740 campioni di rocce e terreno, per un totale di oltre 110 chilogrammi.

Svolsero anche molti esperimenti all’interno del modulo di comando in orbita lunare, tra cui uno studio dell’effetto dei raggi cosmici sull’organismo, utilizzando cinque topolini che avevano ribattezzato Fe, Fi, Fo, Fum e Phooey, dalla filastrocca che pronuncia il gigante nella fiaba “Jack e il fagiolo magico” e che corrisponde grossomodo al nostro “Ucci-ucci, sento odor di cristianucci…).

Il comandante Eugene Cernan, ultimo uomo a camminare sulla Luna, fotografato da Harrison Schmitt che si vede riflesso nella visiera di Cernan. Fonte: NASA

Ma Cernan e Schmitt non saranno gli ultimi esploratori del nostro satellite: NASA, ESA, SpaceX e altri hanno da tempo avviato programmi destinati a riportare l’umanità sulla Luna e, in prospettiva, verso Marte. In questi giorni infatti è partita la prima missione del nuovo programma lunare denominato Artemis, che nella mitologia greca è la sorella del dio Apollo (ne abbiamo parlato qui e qui).

Artemis I, il cui lancio è stato più volte rinviato, è una missione di verifica, senza equipaggio, della durata di quasi sei settimane che porterà l’intera strumentazione in orbita lunare con lo scopo di collaudare tutti i sistemi ed in particolare la capsula Orion che nelle successive missioni ospiterà gli astronauti destinati a scendere sulla superficie lunare.