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Nov 17

Partiti!

Alle 7:47 del 16 novembre, dopo mesi di rinvii, è partita la missione Artemis I con destinazione Luna. Il lancio è avvenuto dalla storica rampa 39B di Cape Canaveral, Florida, con soli 40 minuti di ritardo sull’orario previsto e lo Space Launch System (SLS), il più potente razzo finora costruito, si è rapidamente sollevato spinto dai potenti booster e dai quattro motori dello stadio principale.

Il razzo Space Launch System con la capsula Orion decolla per il volo sperimentale di Artemis I, il 16 novembre 2022,dalla rampa 39B del Kennedy Space Center in Florida. Fonte: (NASA/Bill Ingalls)

Ora la capsula Orion è in viaggio verso la Luna dove arriverà il 21 novembre per effettuare un fly-by a soli 100 km dalla superficie, prima di iniziare l’orbita retrograda che la porterà fino a 70.000 km oltre la luna stessa, là dove non siamo mai stati prima. E nel frattempo ci ha inviato questa prima immagine del nostro pianeta dal suo privilegiato punto di vista.

La Terra, vista dalla caspula Orion in viaggio verso la Luna. Fonte: NASA/Artemis I

Artemis I è una missione di collaudo dei sistemi di lancio, navigazione, permanenza nello spazio e rientro a terra, tutti cruciali per la sopravvivenza dell’equipaggio che dovrà scendere sulla superficie lunare nei prossimi anni. Anche se questa volta non ci sono persone reali a bordo, sulla capsula Orion ci sono dei “passeggeri” speciali: tre manichini che simulano la presenza di veri astronauti.

Però definirli manichini è molto riduttivo: si tratta in realtà di veri e propri strumenti scientifici, imbottiti di sensori per la registrazione di tutto ciò che può accadere durante il volo. Le informazioni che verranno raccolte serviranno per definire meglio i rischi che correranno gli astronauti e preparare le necessarie protezioni. E i manichini, anzi “Moonikin” come li hanno definiti, hanno anche un nome: il primo, un manichino a grandezza naturale, è il Comandante Moonikin Campos: indossa la tuta spaziale che verrà utilizzata ed occupa il sedile del comandante di missione. I sensori al suo interno registreranno le accelerazioni e le vibrazioni che gli astronauti subiranno durante tutto il volo.

Il manichino “Commander Moonikin Campos” a bordo della capsula Orion. Fonte: NASA/Artemis I

Gli altri due, invece, sono solo dei torsi privi di arti e sono costruiti con materiale che simulano le ossa, i muscoli e gli organi interni di due donne adulte: si chiamano Helga e Zohar e portano al loro interno oltre 5600 sensori e ben 34 misuratori di radiazioni, che rappresentano il rischio maggiore a cui gli astronauti saranno sottoposti. Zohar indosserà AstroRad, una tuta anti-radiazioni, mentre Helga no allo scopo di raccogliere dati sui livelli di radiazione che si incontreranno durante la missione lunare e verificare l’efficacia dei sistemi di protezione.

I manichini Helga e Zohar, pronti per partire verso la Luna. Fonte: NASA/Artemis I