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Set 27

Si può deviare un asteroide in rotta di collisione con la Terra?

La missione DART (Double Asteroid Redirection Test) della NASA ha completato la propria missione colpendo il piccolo asteroide Dimorphos, per provare a deviarne il percorso .
Questo esperimento è stato voluto per testare tecnologie in gradi di evitare in futuro disastrose collisioni di asteroidi con il nostro pianeta (ne abbiamo parlato qui).
Obiettivo della missione è stato il piccolo asteroide Dimorphos, con una larghezza massima di 160 metri, che orbita intorno a un asteroide più grande, Didymos, con un diametro massimo di 780 metri. La sonda DART del peso di circa 600 chilogrammi ha impattato su Dimorphos alla velocità di oltre 22.000 km/h con lo scopo di rallentare leggermente la velocità orbitale di questa piccola luna, dimostrando così che è possibile modificare la traiettoria di un corpo celeste in rotta di collisione con il nostro pianeta. Infatti, anche una lievissima modifica della velocità o dell’angolo di traiettoria potrebbe essere sufficiente a evitare un impatto che potrebbe portare a drammatiche conseguenze su un pianeta così densamente popolato come il nostro.
Le fotocamere installate sulla sonda DART hanno ripreso l’avvicinamento a Dimorphos fino al momento dell’impatto, come mostrato nel video rilasciato dalla NASA.

Inoltre, a testimoniare degli effetti dell’impatto c’era un “occhio” italiano: il cubesat LICIACube dell’Agenzia Spaziale Italiana che dopo essersi separato dalla sonda madre ha osservato l’impatto da una distanza di sicurezza di circa mille chilometri, per avvicinarsi poi fino a circa 55 chilometri da Dimorphos per osservare ed analizzare la struttura e la composizione dei detriti sollevati dall’impatto; queste informazioni permetteranno di ottenere dati preziosi sulla composizione e le caratteristiche della superficie dell’asteroide.

Animazione di due immagini LEIA che mostra il cambiamento di luminosità di Dimorphos subito prima e subito dopo l’impatto (distanza LICIACube-Dimorphos = 1020 km). Fonte: ASI/NASA

Dimorphos sarà successivamente oggetto di accurate osservazioni con numerosi telescopi basati a terra ed anche con i telescopi spaziali Hubble e James Webb per determinare se effettivamente la sua orbita è stata modificata dall’impatto con la sonda.

Immagine della camera LUKE che mostra Didymos-Dimorphos e il pennacchio di polveri sollevato dall’impatto (distanza LICIACube-Dimorphos = 56,7 km). Fonte: ASI/NASA

Inoltre, è previsto che circa tra quattro anni la missione HERA dell’Agenzia Spaziale Europea torni a fare visita al sistema di Didymos e Dimorphos per studiarne in particolare le condizioni reciproche in cui si troveranno i due corpi celesti ed indagare nuovamente il cratere lasciato dall’impatto.