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Nov 27

La difesa planetaria entra in fase di test

Una navicella spaziale costruita durante le difficoltà della pandemia di COVID è partita con successo dalla Terra per un viaggio di sola andata verso un asteroide. DART, Double Asteroid Redirection Test, è stato lanciato alle 06:21:02 UTC del 23 novembre e si schianterà contro ll’asteroide 65803 I Dimorphos, la piccola luna dell’asteroide Didymos, tra settembre ed ottobre 2022. Questa non è una missione scientifica di asteroidi: è la prima missione di difesa planetaria in assoluto.

La “difesa planetaria” si riferisce alla scoperta, e quindi alla riduzione, delle minacce al nostro pianeta da potenziali impatti di comete e asteroidi. In un dato anno, la probabilità di un impatto di un asteroide in un’area popolata è estremamente bassa rispetto alla probabilità di altri tipi di disastri naturali. Non c’è nessun asteroide attualmente noto per essere in rotta di collisione con la Terra in qualsiasi momento nel prossimo futuro. Ma ciò che non sappiamo potrebbe ferirci: se un asteroide abbastanza grande si trova nel posto sbagliato nel momento sbagliato, potrebbe distruggere una città, minacciare la civiltà umana o persino causare un’estinzione di massa.

Fortunatamente, gli impatti possono essere previsti, se scopriamo abbastanza presto asteroidi potenzialmente pericolosi, e quindi il pericolo può essere mitigato, almeno in teoria.

Il modo più potente per rimuovere la minaccia di un impattore potenzialmente pericoloso è tracciare l’asteroide. Una probabilità su 1000 di un impatto si trasforma quasi sempre in una probabilità zero di impatto una volta che gli astronomi hanno determinato il percorso dell’asteroide con maggiore precisione. Ma se il monitoraggio di un asteroide rivela che è ancora più probabile che si schianti contro di noi, ci sono altre opzioni.

Ad esempio, possiamo allontanare le persone dalla zona minacciata o, meglio ancora, reindirizzare l’asteroide stesso, allontanandolo dal suo pericoloso percorso. Tuttavia, nessuno ha mai reindirizzato una roccia spaziale prima d’ora. Gli ingegneri hanno proposto un’ampia gamma di possibili metodi per alterare il percorso di un asteroide abbastanza da prevenire un impatto, ma nessuno è stato testato nella pratica. Tali test devono essere eseguiti con attenzione, quando si parla di asteroidi vicini alla Terra: cosa succede se il test va in un modo che non ti aspetti e aumenta effettivamente il rischio di un impatto futuro?

L’asteroide Near-Earth 65803 Didymos (a destra) ha un diametro di circa 780 metri e ruota su sé stesso ogni 2,26 ore. La sua luna Dimorphos (a sinistra) è larga 160 metri; completa un’orbita attorno all’asteroide più grande in circa 12 ore. Fonte: ESA

DART testerà un metodo a bassa tecnologia per alterare il percorso dell’asteroide Didymos in un modo che potrebbe avere un piccolo ma reale rischio di aumentare il pericolo per la Terra. Quindi lasceremo Didymos da solo e DART andrà a sbattere contro Dimorphos. la sua piccola luna. Se DART e Dimorphos fossero palle da biliardo di forza ed elasticità infinite, l’esito dell’impatto sarebbe facile da prevedere: l’astronave rimbalzerebbe quasi alla stessa velocità con cui è stata colpita e la luna rallenterà di poco. Ma Didymos e Dimorphos sono quasi certamente cumuli di macerie, che non sono rimbalzanti come le palle da biliardo. Sono mucchi di ghiaia vagamente agglomerati con molto spazio vuoto. Cosa succede allora?

Da un lato, la mancanza di coesione tra le particelle potrebbe consentire alla navicella spaziale che vola rapidamente di penetrare in profondità nella superficie, comprimendola invece di rimbalzare. Ciò ridurrebbe l’efficacia della collisione. D’altra parte, l’energia impartita da DART mobiliterà le particelle di Dimorphos, lanciandole fuori dall’asteroide lunare a bassissima gravità. Ogni frammento porterà con sé parte dello slancio di Dimorphos e l’effetto di rallentamento dovuto all’espulsione del materiale è previsto essere confrontabile con l’effetto di rallentamento dell’impatto frontale.

Rappresentazione artistica della missione DART. Fonte: NASA

Ma a bordo della navicella spaziale ci sarà anche l’Italia! Poco prima dell’arrivo di DART, un piccolo satellite (cubesat) di fabbricazione italiana chiamato LICIACube si separerà dalla sonda. Quindi DART si guiderà autonomamente verso un impatto ad alta velocità contro Dimorphos, ponendo fine alla sua esistenza. LICIACube avrà il compito di osservare gli effetti dell’impatto della sonda sull’asteroide,  non solo per capire di quanto lo scontro abbia spostato Dimorphos, ma anche per derivare informazioni su come sia fatta la superficie dell’asteroide

La morte della navicella spaziale DART è l’inizio della scienza. L’impatto avverrà quando Didymos sarà relativamente vicino alla Terra, rendendolo un facile bersaglio sia per i telescopi ottici che per i radiotelescopi. Sulla Terra, gli astronomi osserveranno Didymos, misurando attentamente i cambiamenti di luminosità, o curva di luce, della coppia per misurare il periodo orbitale di Dimorphos attorno a Didymos. Se i modelli degli scienziati sono corretti, l’impatto dovrebbe cambiare il periodo di Dimorphos di diversi minuti.

Indipendentemente dal fatto che i modelli siano corretti o meno, avremo eseguito il primo esperimento in assoluto per modificare la velocità di un asteroide e avremo imparato lezioni preziose verso quell’inevitabile momento futuro in cui avremo bisogno di spostare intenzionalmente un asteroide lontano da un centro abitato.

Articolo originale: NASA’S DART MISSION LAUNCHES FOR HEAD-ON COLLISION WITH AN ASTEROID, BY: EMILY LAKDAWALLA  Sky&Telescope, Novembre 2021

Libera traduzione di Franco – Antares