«

»

Dic 09

Verso l’infinito, e oltre: le sonde Pioneer

L’emblema delle missioni Pioneer 10 e 11. Fonte: NASA

Il 3 dicembre 1973 e successivamente il 2 dicembre 1974 le sonde gemelle Pioneer 10 e Pioneer 11 effettuarono i fly-by del pianeta Giove ad una distanza rispettivamente di 130.000 km e di 34.000 km. Si trattava dell’approccio più ravvicinato mai raggiunto da un manufatto umano. Questo primato verrà superato solo nel 1995 quando la sonda Galileo entrerà in orbita attorno al gigante gassoso.

Sia Pioneer 10 che 11, sfruttando una favorevole configurazione planetaria, avevano l’obiettivo di compiere una ricognizione dei principali pianeti esterni e gli strumenti a bordo vennero usati per studiare la fascia degli asteroidi, l’ambiente gioviano, il vento solare, i raggi cosmici e, successivamente, i luoghi più lontani dell’eliosfera.

Giove, ripreso dalla sonda Pioneer 10 da 2,5 milioni di km. Fonte: NASA



Saturno, ripreso dalla sonda Pioneer 11 da 21.000 km. Fonte: NASA Ames

Oggi, avendo da tempo superato la velocità di fuga dal nostra Sistema Solare, Pioneer 10 e Pioneer 11 sono in viaggio verso lo spazio interstellare. Il 1º gennaio 2019 il Pioneer 10 si trovava a 121,69 UA (circa 19 miliardi di chilometri) dalla Terra ad una velocità di fuga di 12,04 km/s relativa al Sole, allontanandosi ogni anno di 2,54 UA, Il Pioneer 10 è diretto verso la costellazione del Toro. Alla stessa data Pioneer 11 era alla distanza di 104,1 UA e si sta allontanando dalla Terra alla velocità di 2,4 UA all’anno, pari a 11,4 km/s e passerà non lontano dal sistema di una delle stelle dell’Aquila fra circa 4 milioni di anni.

La posizione attuale delle sonde Pioneer e Voyager. Fonte: NASA

Entrambe le sonde portano a bordo una placca dorata sulla quale sono riportate informazioni sulla costruzione della sonda stessa, e disegni schematizzati di un uomo e una donna, e la posizione della Terra rispetto al Sole e del Sole nella Galassia: una specie di messaggio in bottiglia nell’oceano cosmico destinato ad eventuali civiltà aliene con cui dovessero casomai imbattersi.

La placca dorata a bordo delle sonde Pioneer, disegnata da Carl Sagan e Frank Drake. Fonte: NASA Ames Research Center