Nonagenario e valetudenario, così Giancarlo Calini, il Cavaliere, aveva superato le novanta primavere. E’ detto che: da come un uomo muore, si capisce il suo valore e l’uomo Giancarlo è andato incontro alla morte conscio di essere arrivato a chiudere il suo Dna, preoccupato di ciò che sarebbe accaduto dopo di lui.
Giancarlo è stato un uomo di valore al quale attribuire rara plusvalenza.
Sono state le sue preziose opere a farne la storia familiare e sociale. Opere che hanno portato grande beneficio e frutto. Fra tutte, le associazioni: “Amici di Sonia” e “Antares” insieme agli scouts e ad altre realtà ultra- territoriali, per le quali ha lavorato spendendosi per decenni. Alla presidenza di “Antares” da più di trent’anni, ha saputo creare una rete culturale anticipando il futuro, invitando le migliori menti di cultura astronomica e naturalistica. Diceva: “Certi uomini del mondo scientifico, certi cervelloni, meritano di essere ascoltati, perché più di altri ci indirizzano verso un futuro per noi altrimenti incerto. Dobbiamo invitarli e ascoltarli”. Così nascevano le conferenze del lunedì in sede o a palazzo Leone da Perego, con nomi come l’astronauta Paolo Nespoli o il Prof. Cesare Guaita a parlarci dell’universo e delle stelle. Giancarlo Calini ha saputo trasmettere all’Associazione Antares, come era nei desideri del suo fondatore Monsignor Ivanoe Tagliaferri, tutto il suo entusiasmo per il sapere, costruendo nuovi orizzonti sociali. “Antares” compirà il prossimo anno i cinquant’anni di fondazione.
Di Giancarlo ricordo la mitezza di carattere, il tratto signorile e lo spirito indomito nel saper creare percorsi sociali di impatto positivo, come se in lui agisse la beatitudine che dice: “I miti erediteranno la terra”. Di lui ricordo l’attaccamento ai valori della famiglia e quello spendersi per la cultura e l’onestà di pensiero che ne hanno fatto un uomo, un marito e un padre che amava la giustizia, esercitata perfino all’interno della sua contrada: Legnarello, dove ancora ricopriva il prestigioso incarico di priore probiviro. Da lui potevi solo aspettarti concordia nella risoluzione dei problemi e mai scontro, qualità di un grande e saggio mediatore.
Mi dicevi che: “Se le persone si fermassero di più a riflettere e a dialogare fra loro, il mondo sarebbe un luogo migliore!” Avevi ragione ora più che mai, dato che la tecnologia ci sta allontanando dall’incontro conviviale. E’ anche per questo che mi mancherai, sì mi mancherai, Caro Presidente, perché mi avevi abituata ad andare al nocciolo delle questioni e come mio mentore dicevi che la cultura deve essere al servizio di tutti. Di tutto ciò ti sono debitrice.
Rimane questa mia convinzione: se un giorno avrò bisogno del tuo parere basterà farti una domanda e rivolgerti una preghiera. Forse sussurrando tornerai nei miei pensieri a suggerirmi la soluzione. Spero tanto sia così.
Riposa in pace.
Silvana Scanagatta
(Sissi)
Legnano – lunedì 11 marzo 2024
San Costantino – giorno esequiale