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Giu 01

SUPERNOVA: il saluto di una stella che muore

L’universo è sempre in continua evoluzione e in ogni istante nascono nuove stelle e altre muoiono, ma a volte quella che sembra la nascita di una nuova stella, chiamata per l’appunto “STELLA NOVA“ o  “STELLA SUPERNOVA” se particolarmente luminosa, è in effetti la morte di una stella giunta alla fine del suo ciclo.

Ma vediamo come è accaduto che una stella supergigante appartenente ad un braccio esterno della galassia Girandola M101 nella costellazione dell’Orsa Maggiore si è trasformata nei giorni scorsi nella Supernova SN2023ixf, fotografata per primo dall’astrofilo Giapponese Koichi Itagaki il 19 maggio.

La supernova SN2023ixf nella galassia M101. Foto: V. Marinoni

Tutte le stelle nel corso della loro vita generano l’energia necessaria a contrastare la forza di gravità della loro massa attraverso processi di fusione termonucleare. Inizialmente, quando la protostella raggiunge la temperatura di 37 milioni di gradi si innesca la reazione di fusione dell’Idrogeno in Elio e la stella “si accende”. Dopo qualche miliardo di anni, quando l’Idrogeno comincia ad esaurirsi e l’energia prodotta nel nucleo diminuisce, la forza di gravità ha la meglio e comprime il nucleo della stella aumentandone la pressione e la temperatura. Quando la temperatura raggiunge il punto di fusione dell’Elio a circa 180 milioni di gradi, nel nucleo inizia una nuova reazione nucleare che fonde l’Elio in Carbonio, mentre lo strato più esterno continua a trasformare in Elio il restante Idrogeno. Quando dopo qualche centinaia di migliaia di anni anche il Carbonio sta per esaurirsi, il processo si ripete e il nucleo si contrae ulteriormente fino a raggiungere i 700 milioni di gradi innescando la fusione del Carbonio in Neon. Si continua così con la stella che si stratifica come una cipolla dove in ogni strato avviene una reazione di fusione diversa e nel nucleo sempre più compresso si susseguono con tempi sempre più brevi le fusioni del Neon in Silicio a 1400 milioni di gradi e poi dopo qualche centinaio di anni del Silicio in Ferro a 3400 milioni di gradi. La trasformazione del Silicio in Ferro però anziché generare energia ne consuma e così dopo pochi giorni la forza di gravità ha il sopravvento e fa collassare la stella innescando un processo esplosivo che sprigiona in un istante un’immensa quantità di energia rendendola una luminosissima SUPERNOVA.

Con l’esplosione gli strati di materia più esterni, insieme ai nuovi elementi che si sono generati nelle estreme condizioni di pressione e temperatura, vengono dispersi nello spazio fornendo la materia necessaria per la nascita di nuove stelle mentre il nucleo si contrae formando una Stella di Neutroni o un Buco Nero (dipende dalle dimensioni iniziali)

La luminosità della Supernova permane per qualche settimana per poi ridursi progressivamente col decadimento radioattivo del materiale che si è formato durante l’esplosione.

La galassia a spirale M101, ripresa prima dell’esplosione della supernova. Foto: A. Besani e M. Moggi

Non dobbiamo quindi perdere l’occasione di osservare al più presto questa Supernova finché brillerà così intensamente da uguagliare la luminosità dell’intero nucleo galattico.

L’osservazione sarà favorita dalla sua posizione molto alta in cielo (quasi allo zenit) e sarà alla portata anche di telecopi amatoriali medio piccoli (da 80 – 100 mm di diametro in su) sotto cieli sufficientemente scuri

Si potrà anche fotografarla ma sarà necessario un telescopio con guida computerizzata in grado di garantire pose sufficientemente lunghe (da 120 a 300 sec).

Cieli sereni

Vittorio