La pulsatilla di primavera, Pulsatilla vernalis (L.) Mill., è una bellissima specie alpina che compare allo sciogliersi delle nevi. I fiori, reclinati, non si aprono mai completamente e, come il resto della pianta, sono densamente ricoperti di peli sericei con sfumature rosa e viola. La densa lanugine superficiale ha il doppio effetto di difendere la pianta dai rigori invernali impedendo al contempo la traspirazione dei liquidi. Il meccanismo è semplice ed efficace: la peluria crea un sottile strato isolante in grado di attenuare la differenza di umidità presente tra l’aria fredda esterna e i tessuti all’interno della pianta, rallentandone di conseguenza l’evaporazione. Il nome del genere deriva dal latino pulsare, muoversi dondolando, per il movimento ritmico dei fiori sotto l’azione del vento; il nome specifico significa primaverile, per il periodo precoce di fioritura.
Una leggenda è legata a questa pianta e narra che un tempo i boschi della Valle d’Aosta erano infestati dai lupi. Durante un inverno molto rigido questi si spinsero fino ai centri abitati in cerca di cibo, incutendo non poco timore negli abitanti: ci furono in quel periodo razzie di animali e molti bambini allontanatisi da casa non fecero più ritorno. Gli abitanti si rivolsero allora ad una maga che preparò una pozione a base di erbe che cosparse nelle aree intorno ai villaggi. Passato l’inverno e sciolta ormai tutta la neve sbocciarono dei fiori, bianchi e viola, con una peluria a ricoprirne fusto e foglie, proprio come il pelo dei lupi! Questi fiori così strani e simili a loro fecero fuggire i lupi spaventati. Da allora, quei fiori, che il popolo valdostano chiama lo fiour dou lu, rispuntano ogni anno nei prati e nei pascoli alpini.
Pulsatilla vernalis (L.) Mill.
Famiglia: Ranunculaceae
Nome italiano: anemone primaverile.
Pianta erbacea perenne, alta 5-12 cm, con fusto alla base legnoso, avvolto da guaine scure, scapo eretto, in alto incurvato, con peli lanosi per lo più riflessi. Le foglie basali sono brevemente picciolate, interamente pelose e divise in 3-5 segmenti pennati, a loro volta divisi in lacinie; restano verdi per tutto l’inverno sotto il manto nevoso e solamente dopo il disgelo, al momento della fioritura, sono sostituite dalle nuove. Le foglie cauline sono sessili, con peli lanosi lunghi fino a 5 mm, divise quasi fino alla base in lacinie semplici o triforcate. Fiore unico, attinomorfo, formato da 6 tepali rosa-violetti di aspetto petaloide, lanosi all’esterno e bianchi all’interno; scapo fiorale inizialmente pendulo, in seguito più o meno eretto con il fiore che si apre verso l’alto; stami esterni sterili (staminodi) con funzione di nettarii. Acheni prolungati in una resta piumosa. Pascoli alpini rocciosi.
Le foto e la scheda botanica sono tratte dal volume La flora alpina del Gabiet di Roberto Olgiati (Etabeta-PS Editore, 2022), disponibile presso l’autore e su tutte le principali librerie on line.