Settembre 2020: purtroppo ho potuto dedicare poco tempo all’astronomia in questa vacanza calabrese. Mi sono accontentato della possibilità di affacciarmi sul balcone e vedere Orione e Venere sorgere dal mare.
Più frequente è stato contemplare il tramonto da un promontorio raggiungibile con pochi minuti di cammino. Il profilo delle Eolie con il fumante cono dello Stromboli rendevano lo spettacolo ancor più suggestivo. In alcune sere con il cielo particolarmente limpido ho avuto la fortuna di fotografare il “green flash” o raggio verde, un fenomeno ottico piuttosto elusivo prodotto dalla nostra stella prima di scomparire sotto all’orizzonte. Causato dalla rifrazione e dispersione atmosferica è chiamato “raggio verde” proprio perché è il colore dell’ultimo bagliore del Sole.
Questo fenomeno, che dura pochi secondi, può avere aspetti diversi, il più comune è quello di una macchiolina verde più o meno allungata e si verifica perché all’alba o al tramonto la luce del sole deve attraversare uno spesso strato di atmosfera che si comporta come un prisma.
Così le diverse componenti della luce solare seguono percorsi diversi e scompaiono in tempi diversi. Inoltre alcune frequenze di queste radiazioni vengono indebolite perché assorbite dalle molecole presenti nell’atmosfera stessa. Il colore verde è quello che sparisce per ultimo, quindi seppur per pochi secondi origina il famoso green flash. Più raramente si può osservare anche un flash di colore blu/indaco.
Il fenomeno del raggio verde è stato osservato anche da popoli antichi, come egizi e babilonesi, nonché citato da Jules Verne nei suoi romanzi, ma è stato spiegato scientificamente solo alla fine del 1800 da Lord Rayleigh.
Maurizio