Nella sera del 7 aprile, mentre la Luna piena risplendeva in cielo a Sud-Est alla minima distanza dalla Terra (perigeo, pari a 356.908 Km) meritandosi l’appellativo di “SuperLuna 2020”, Venere brillava ad Ovest con tale intensità quasi a sfidare il chiarore della Luna.
In astronomia quello che i media chiamano “SuperLuna” (ne abbiamo parlato qui) viene definita luna piena al perigeo ed appare più grande del 7% ed il 15% più luminosa della media. Sono sottili variazioni (ne abbiamo parlato qui), difficili da rilevare per un osservatore casuale, ma che aggiungono fascino all’evento, divenendo una preziosa occasione per ammirare il nostro satellite naturale nel contesto del cielo notturno, un paesaggio sempre più dimenticato.
Mentre siamo abituati ad osservare le fasi della Luna che cambiano con frequenza settimanale (Luna nuova, crescente, piena, calante), non altrettanto lo siamo per le fasi di Venere, anche se sono simili a quelle Lunari ma che derivano dal movimento del pianeta intorno al Sole (come illustrato dall’immagine tratta da Wikipedia). Per poterle apprezzare appieno servirebbe un telescopio e tanta pazienza, perché il susseguirsi delle fasi richiede un po’ di tempo in più…
Adesso infatti volgendo lo sguardo ad Ovest possiamo osservare Venere in fase calante, illuminato per circa il 42% che scenderà al 38% a fine mese per poi calare rapidamente fino allo 0% a fine maggio. Dovremo poi attendere fino a luglio per vedere apparire nuovamente Venere, questa volta guardando ad Est prima dell’alba, illuminato per circa il 17% con la “gobba” rivolta ad est, e se pazienteremo ancora un poco… ad aprile del prossimo anno potremo osservarlo illuminato al 100%
Testo: V. Marinoni e A. Sommi