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Giu 15

2006 QV89: minaccia alla Terra? NO.

La notizia di un asteroide che potrebbe intersecare l’orbita terrestre nei prossimi mesi ha scatenato un putiferio sia tra i media che sui social. Molti parlano di catastrofe in arrivo, di impatto devastante con un “enorme asteroide”, di replica dell’estinzione dei dinosauri. Ecco, l’unica estinzione che vorremmo vedere è quella dei propagatori di fake news e facili allarmismi. Mettiamo in ordine le informazioni ed i dati e facciamo assieme un po’ di fact-checking, cosa che richiede molto più tempo e molta più fatica della faciloneria e superficialità con cui si danno certe notizie.

Primo, le informazioni sull’asteroide. 2006 QV89, come dice il nome provvisorio che gli è stato assegnato, è stato individuato il 29 agosto 2006, dal programma Catalina Sky Survey della Nasa. E’ una roccia di circa 40 metri di diametro, cioè classificato come asteroide medio-piccolo e non certo catalogabile come “enorme”! Per confronto, l’asteroide che circa 50.000 anni fa ha scavato il Meteor Crater in Arizona, profondo 180 metri e con un diametro di circa 1200 metri, era un asteroide ferroso di 46 metri di diametro, arrivato al suolo proprio perché costituito in prevalenza da ferro e nichel.

Il Meteor Crater, in Arizona (USA). Foto: F. Rama

L’orbita eliocentrica di 2006 QV89. In azzurro è rappresentata l’orbita della Terra (JPL Small-Body Database Browser).

 

L’orbita di 2006 QV89 è stata calcolata con soli 10 giorni di osservazioni subito dopo la scoperta e non è stato più rintracciato da allora e per questo motivo le stime sulla sua posizione non possono essere precise; si sa tuttavia che avrà un incontro ravvicinato col nostro pianeta nel prossimo mese di settembre e, avendo un Earth-MOID (Minimum Orbit Intersection Distance, minima distanza possibile fra le orbite della Terra e dell’asteroide) di soli 10200 km, presenta un rischio di collisione con la Terra. Stando ai calcoli orbitali disponibili, è previsto un possibile impatto per il 9 settembre 2019.

Secondo, le stime della probabilità che l’impatto avvenga. Secondo diversi centri di ricerca e monitoraggio di corpi minori, 2006 QV89 ha 1 probabilità su 9100 di colpire la terra (Sentry Risk Table), oppure 1 su 7300 secondo l’Agenzia Spaziale Europea (ESA Risk Page). In entrambi i casi, il livello di rischio secondo la scala Torino è zero, cioè “La probabilità di collisione è quasi zero, o tanto bassa da essere praticamente zero. Si applica anche a quegli oggetti talmente piccoli come meteore o corpi che bruciano nell’atmosfera, con rare cadute al terreno in forma di meteorite che solo raramente possono causare danni di qualche tipo.”  Quindi, anche nel caso che l’asteroide sia veramente in rotta di collisione, è possibile che si frantumi durante il passaggio in atmosfera e al suolo potrebbe arrivare solo qualche grosso frammento, con una massa di qualche decina o centinaia di kg.

Mappa che mostra la posizione di 2006 QV89 il 15 giugno 2019. Fonte: TheSkyLive.com

Terzo, le nuove misure. Da fine mese 2006 QV89 sarà in opposizione al Sole, quindi osservabile praticamente per tutta la notte. Certamente molti telescopi, non solo professionali ma anche di molti astrofili, saranno puntati sull’asteroide per misurarne la posizione e la velocità consentendo di affinarne l’orbita e di stabilire una volta per tutte a quale distanza passerà dalla Terra.
In conclusione, il rischio di vederci cadere addosso un sasso spaziale è veramente minimo, almeno per ora. L’impatto di un asteroide certamente avverrà, prima o poi. Ma non stavolta.