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Mag 19

Osservazione satellitare per la gestione di una catastrofe naturale

Il territorio italiano è esposto a un ampio range di rischi naturali, tra cui le inondazioni, gli incendi boschivi, le eruzioni vulcaniche, i terremoti e le frane, che causano morti, feriti, sfollati e significativi danni economici ogni anno. La Protezione Civile italiana ha ingaggiato diverse agenzie nazionali, come l’Agenzia Spaziale Italiana, in una serie di attività di risposta alla catastrofe naturale.

I satelliti di osservazione terrestre costituiscono infatti una tecnologia di uso ormai consolidato in questo ambito, ed i loro dati sono preziosi in tutte le fasi della gestione della catastrofe naturale: dalla preparazione (con la mappatura e creazione di un modello che descriva la situazione attuale di rischio), all’individuazione dell’evento catastrofico (e la possibilità di monitorarne lo sviluppo), fino alla risposta e alla successiva riparazione dei danni.

Inondazioni

Figura 1. Le immagini da satellite mostrano parte della cittadina di Wittenberg (Germania),
inondata dal fiume Elba nell’Aprile 2006.

Per esempio, in caso di inondazione, i dati da satellite possono mostrare l’estensione delle regioni inondate, come avvenne nel Novembre 2014 per l’estesa esondazione del fiume Po che colpì molte Regioni del Nord Italia. Tali mappe facilitano l’intervento della Protezione civile, che ha quindi le informazioni necessarie per agire al meglio.
Ma siccome prevenire è meglio che curare, i satelliti sono in grado di fornire mappe dettagliate che illustrino le zone che potrebbero essere sommerse in caso di inondazione, al fine di individuare le regioni a rischio.
Diversi satelliti (con strumenti di bordo differenti) possono sorvolare la stessa zona disastrata ed operare in sinergia tra loro, come avvenne nel 2014, quando il satellite italiano CSK e quello europeo Sentinel 1-A scattarono immagini con caratteristiche proprie dei due satelliti che resero un quadro completo e dettagliato della situazione.

Incendi boschivi

Figura 2. L’immagine da satellite permette di riconoscere immediatamente la vastità della regione interessata dall’incendio, al fine di coordinare al meglio le operazioni di soccorso. California, Ottobre 2007

Per quanto riguarda il rischio di incendi boschivi, poter mappare da satellite il livello di siccità della vegetazione dà preziose informazioni sulle condizioni di rischio incendio, che aiutano i soccorritori e i pompieri a identificare il potenziale scaturire di incendi anche nelle zone più remote e a diminuire i tempi di intervento. Una volta che gli incendi hanno preso forma, l’osservazione satellitare aiuta nel fornire indicazioni riguardo la loro estensione, intensità e i punti caldi. Inoltre, viene monitorato anche il fumo che ne scaturisce, che determina la qualità dell’aria circostante.

Eruzioni
Monitorare il corso di un’eruzione vulcanica necessita di osservazione costante. Oltre a tracciare il movimento delle ceneri ardenti, i satelliti possono cercare segni di deformazione nel terreno attorno al vulcano. La deformazione del terreno può infatti indicare che stia fluendo del magma, che può essere indicatore di una potenziale eruzione. Seppure la deformazione non costituisca un indicatore certo di un’eruzione prossima, una mancanza di deformazione assicura che non avverrà alcuna eruzione (meno del 10% dei vulcani erutta senza deformare prima il terreno circostante).

Figura 3. Su questa immagine satellitare si distinguono le strade interrotte da una colata lavica dell’Etna, a seguito dell’eruzione del 2001.

Esiste sempre un certo intervallo di tempo tra il fenomeno fisico (l’eruzione vulcanica), il passaggio del satellite al di sopra della zona, la trasmissione dei dati, l’elaborazione delle immagini e la messa a
disposizione dei risultati alle autorità locali. Il satellite, dunque, non è il principale strumento di
prevenzione, ma è molto importante per valutare le necessità dopo una catastrofe e pianificare le azioni di
soccorso. Permette, per esempio, di conoscere con precisione lo stato delle strade e di tutte le vie di
accesso alle zone sinistrate. La visione globale fornita dal satellite aiuta anche a definire le priorità in caso di interventi di emergenza.

Geo-rischi
Con Geo-rischi intendiamo fenomeni geologici come i terremoti e le frane. L’osservazione terrestre è uno strumento potente per monitorarli, grazie alla mappatura della deformazione del terreno con accuratezza nell’ordine del centimetro, e senza sottoporre chi dovrebbe compiere le misurazioni alle situazioni di rischio che vogliono individuare.

Figura 4. Quattro immagini sequenziali mostrano l’uragano Gustav accrescersi in dimensione, mentre si appresta a colpire la costa atlantica, Agosto 2008.

Inoltre, successivamente a un forte terremoto le infrastrutture sono spesso distrutte, incluse le strade che permettono l’accesso dei soccorritori alle zone disastrate. I satelliti aiutano a sopperire a questa mancanza e stabiliscono rapidamente l’entità del danno, basandosi su immagini del tipo prima/dopo, che dettagliatamente descrivono la perdita di infrastrutture, i danni alle case, ferrovie, aeroporti.

Ripristino in seguito ad un disastro
L’iniziale, frenetica attività di risposta ad un disastro è spesso seguita da un più lungo e metodico processo di ripristino che coinvolge il dispiegamento di aiuti umanitari e supporto logistico. La completa interruzione delle sorgenti di informazione locali può intralciare questo processo. I satelliti possono fornire immagini critiche nell’identificare nuove situazioni di rischio formatesi successivamente al disastro e a monitorare l’efficacia del ripristino dei danni.
 
Testo: Davide Bellicoso