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Mar 24

Venere, “stella della sera e stella del mattino”

In molti si chiederanno che stella sia quella che da qualche settimana brilla intensamente dopo il tramonto non troppo alta nel cielo verso ovest

Ebbene, non si tratta di una stella ma di un pianeta. Infatti, come alcuni avranno notato, la sua luce non è scintillante ma fissa, fatto questo che consente di discriminare a colpo d’occhio la natura degli oggetti che stiamo osservando, le stelle scintillano e i pianeti no.

Il pianeta Venere, ripreso da Legnano il 7 aprile 2020. Foto: V. Marinoni

Simile alla Terra per massa e dimensioni, si presumeva che Venere potesse ospitare forme di vita e molti romanzi di fantascienza lo dipingevano come il luogo da cui provenivano gli alieni per invadere il nostro pianeta. Ma le missioni spaziali, intraprese a partire dagli anni sessanta dall’Unione Sovietica col programma Venera, consentirono agli scienziati di analizzarne l’atmosfera e successivamente di mapparne il suolo, mostrandoci un ambiente inospitale e senza forme di vita cosparso di vulcani, crateri, montagne e scarpate con temperature che sfiorano i 500 °C e una densa atmosfera di anidride carbonica con nuvole di acido solforico.

Proprio a causa della sua densa atmosfera che riflette la luce del Sole più di quanto facciano gli altri pianeti, Venere ci appare talmente luminoso da essere visibile anche di giorno. Inoltre, sempre rispetto agli altri pianeti, presenta altre particolarità: ruota infatti su sé stesso in senso inverso e le sue giornate sono addirittura più lunghe di un intero anno Venusiano.

Le nubi nell’alta atmosfera di Venere, in luce ultravioletta. Fonte: wikimedia Commons/ Kevin M. Gill

In questo periodo, come per i prossimi due mesi, potremo osservarlo per qualche ora dopo il tramonto non troppo alto nel cielo ad Ovest, successivamente, dopo aver raggiunto il punto della massima elongazione est dal Sole il 4 giugno, invertirà il suo moto apparente avvicinandosi prospettivamente sempre più al Sole col quale sarà in congiunzione il 13 agosto diventando praticamente inosservabile. Dovremo poi attendere fino a settembre inoltrato per poterlo nuovamente osservare, ma non più guardando ad Ovest dopo il tramonto bensì volgendo lo sguardo ad Est prima dell’alba. Ecco quindi che la “stella della sera diventerà la stella del mattino”.

Venere orbita intorno al Sole internamente rispetto alla Terra e per questo motivo ci appare illuminato per fasi come la Luna. All’inizio di aprile sarà illuminato al 75%, poi la superficie illuminata si ridurrà fino al 50% il 4 giugno (massima elongazione est) per diminuire sempre di più fino a diventare una falce a inizio luglio ed infine scomparire in agosto e riapparire con la gobba dalla parte opposta da settembre.

Le fasi del pianeta Venere, viste dalla Terra. Fonte: Wikipedia

Venere, pur essendo facile da individuare nel cielo, presenta qualche difficoltà per l’osservazione al telescopio, raggiungendo al massimo un’altezza in cielo di circa 45 gradi.  La visione sarà influenzata dal maggior spessore dell’atmosfera che la sua luce dovrà attraversare per arrivare ai nostri occhi, venendo in parte dispersa con la formazione di fastidiosi aloni intorno al pianeta. Per ovviare all’inconveniente si potrà utilizzare un correttore di dispersione atmosferica che, producendo un’aberrazione cromatica opposta, eliminerà o ridurrà fortemente il problema.  Inoltre, a causa della sua densa atmosfera riflettente, non sarà possibile osservarne la configurazione del suolo, e potremo solamente percepirne le sfumature cromatiche aiutandoci con filtri colorati che ne evidenziano la composizione, i più indicati dei quali sono il Verde, il Violetto e il Giallo chiaro.

Cieli sereni,

Vittorio