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Dic 22

L’inebriante profumo del glicine

Il glicine, pianta antica e robusta, ci regala sempre magnifiche e profumate fioriture offrendo uno spettacolo di rara bellezza formando una macchia inconfondibile di grappoli dalle tonalità blu violetto.

Glicine, Wisteria sinensis

Il glicine si chiama Glicine, Wistaria o Wisteria?   Tre nomi sembrano troppi per una pianta sola, ma ognuno ha avuto una sua storia.

Glicine significa in greco “pianta dolce”. Questo nome fu dato da Linneo ad una pianta rampicante introdotta dall’America ai primi del 700. Si trattava del glicine americano (Wisteria frutescens).

 Quando un secolo dopo il capitano Welbank portò dalla Cina il glicine che tutti conosciamo, (Wisteria sinensis), il botanico Nuttal non comprese immediatamente che quella pianta era già stata classificata già da un secolo e la chiamò Wistaria in onore di un professore di anatomia e antropologo tedesco che si chiamava Kaspar Wistar.

Questo nome però, nella pronuncia inglese fu storpiato in Wisteria e con questo nome si diffuse rapidamente in tutti i giardini d’Europa tanto che alcuni anni dopo, nonostante ci si fosse accorti dell’errore, il nome Wisteria era diventato di uso comune e fu deciso di utilizzare quello. Solo nei paesi latini, Italia, Francia e Spagna è stato mantenuto il nome originale di glicine. I tedeschi ne hanno coniato uno nuovo molto bello ‘Blauregen’ che significa ‘Pioggia blu’ e quindi siamo ritornati quasi all’origine, dato che dai cinesi viene chiamato Zi Teng che significa ‘Vite blu’.

 Rustico e vigoroso, il glicine non manca mai di creare un’atmosfera romantica. Originario dell’Asia orientale e dell’America del Nord è un rampicante appartenente alla famiglia delle Leguminose. Ha rami bruni, glabri che possono raggiungere i 30 metri di lunghezza, le foglie sono pennate, composte da 7 a 13 foglioline ovate, dapprima ricoperte da peli setosi poi glabre. I fiori sono blu-violetto, profumati raccolti in grappoli fitti.

In tutti i parchi europei, a partire dalla metà dell’Ottocento, si piantavano i glicini che tanto avevano entusiasmato per la loro adattabilità a climi diversi e per la velocità con cui si sviluppavano.

Per i cinesi e giapponesi questa pianta è l’emblema dell’amicizia e, coltivata in vaso e formata a bonsai, pare seguisse gli imperatori giapponesi che usavano trasportare nei viaggi le piante predilette.

Bonsai di Glicine. Foto: A. Oldrini

I grappoli del glicine hanno ispirato artisti famosi dell’Art Nouveau, sono stati riprodotti su vetri, ceramiche, stoffe e dipinti, Lalique li ha usati per i suoi gioielli di smalto, perle, pietre e metalli preziosi.

Andrea Oldrini