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Lug 14

La “prima luce” del telescopio spaziale James Webb

L’Agenzia Spaziale americana ha rilasciato le prime immagini ufficiali realizzate con il telescopio spaziale James Webb. Si tratta ancora di immagini di test per verificare l’efficienza della strumentazione ed il suo buon funzionamento, tuttavia sono fotografie a dir poco sensazionali!
La prima ad essere mostrata al pubblico, ed in anteprima al Presidente USA Biden, è una minuscola area di cielo in cui si trova l’ammasso di galassie denominato SMACS 0273 ed è stata ottenuta con una esposizione di sole 12 ore e mezza! Un tempo di posa paragonabile a quelli utilizzati da molti astrofotografi amatoriali e di gran lunga inferiore ai tempi richiesti dal telescopio spaziale Hubble, che pure ci ha regalato immagini spettacolari, per realizzare simili riprese di campo profondo.
Prima di discutere l’immagine, che vi proponiamo qui sotto e che vi consigliamo di ingrandire al massimo e scorrerla con la dovuta calma, vi ricordiamo che l’area inquadrata corrisponde alle dimensioni di un granello di sabbia posto sulla punta del vostro dito indice e osservato alla distanza del vostro braccio teso.

Il primo Deep Field del telescopio spaziale James Webb, con l’ammasso di galassie SMACS 0273. Fonte: NASA, ESA, CSA, and STScI

Cosa vediamo in questa immagine? Innanzitutto, un gruppetto di galassie al centro dell’immagine, immerse in un diffuso e debole alone che appartiene al gruppo stesso. Questo ammasso si trova ad una distanza di circa 4,6 miliardi di anni luce e possiede una massa, e quindi una forza gravitazionale, tale da distorcere lo spazio-tempo costringendo la luce degli oggetti che si trovano al di là di questa distanza a curvarsi facendoci apparire “distorte” le galassie più lontane. E’ l’effetto di “lente gravitazionale” previsto da Einstein nella teoria della relatività. Perciò, le immagini curve attorno all’ammasso non sono dovute a difetti delle ottiche del telescopio bensì sono immagini della stessa galassia curvate ed ingrandite dalla gravità dell’ammasso. 
Oltre all’ammasso SMACS 0273, innumerevoli altre galassie sono disseminate nell’immagine, molte delle quali non sono mai state osservate in precedenza. Praticamente, tutto quello che non presenta raggi o punte, che sono stelle appartenenti alla nostra Galassia, è una galassia lontana! E, pensate, alcune delle galassie più piccole presenti nell’immagine si trovano ad una distanza molto vicina all’età stessa dell’universo: 13,1 miliardi di anni luce!
Altre fotografie sono state scattate, sempre con lo scopo di testare le potenzialità di JWST: la nebulosa della Carena e la nebulosa ad anello dl Sud, entrambe visibili dall’emisfero australe, lo spettro dell’atmosfera dell’esopianeta WASP-96b che rivela la presenza di molecole di vapor d’acqua, ed il Quintetto di Stephan, fotografato anche dai nostri soci, anche se con una risoluzione leggermente inferiore (cercare in alto, a destra della galassia NGC7331). del Quintetto di Stephan vi proponiamo l’immagine di JWST, anche questa da ingrandire al massimo e navigare in lungo e in largo per apprezzare i dettagli fini ottenuti da questo magnifico telescopio.

Il Quintetto di Stephan, ripreso dal telescopio spaziale James Webb. Fonte: NASA, ESA, CSA, and STScI

Dedicheremo in autunno una serata speciale al JWST ed ai risultati scientifici che avrà ottenuto nel frattempo, quindi restate sintonizzati!