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Nov 01

Cartografia marziana

Marte, ripreso da Legnano il 30 settembre 2020, alle 23:15. Sono evidenziate le principali formazioni. Foto ed elaborazione: V. Marinoni

 

Avvicinandosi il 6 ottobre 2020, quando Marte avrebbe raggiunto la sua minima distanza dalla Terra pari a soli 62 milioni di Km con diametro apparente di 22,57” e magnitudo -2,57, ho deciso di non perdere l’occasione per cercare di fotografarne l’intera superficie: infatti avrei dovuto aspettare fino al 2033 perché si ripresentasse un’opportunità così favorevole.

Marte compie un’intera rotazione su sé stesso in 24 ore 37 minuti, superiore cioè di 41 minuti al tempo che impiega la Terra a ruotare su se stessa, perciò impiega circa 35 giorni per ripresententarsi ai nostri occhi nella stessa posizione. Riprendendolo quindi ad intervalli regolari avrei potuto ottenere una cartografia di tutta la sua superficie.

Compositazione delle riprese marziane con indicazione delle principali formazioni superficiali. Foto ed elaborazione: V. Marinoni

Essendo troppo impegnativo per me realizzare un time-lapse che ne avrebbe immortalato la rotazione completa, mi sono accontentato di riprenderlo ad intervalli di circa 5 giorni in funzione anche delle condizioni metereologiche.

Il risultato è quello che potete osservare nella sequenza di immagini qui sopra, dove ho cercato di riconoscere e nominare le formazioni più evidenti e conosciute del Pianeta Rosso.

Ho cercato di posizionare il Polo Sud sempre nella stessa posizione (l’evidente calotta polare in alto nelle foto), mentre la diversa qualità delle immagini è dovuta alle differenti condizioni meteo non sempre favorevoli (turbolenza più o meno pronunciata con vento in quota e diversa trasparenza atmosferica) che in qualche caso mi hanno fatto preferire l’utilizzo di una camera con minor risoluzione ma maggiore velocità di ripresa.

Le immagini, riportate nella galleria seguente, ci forniscono interessanti dettagli: i deserti appaiono più chiari (Hellas, Arabia, Lybia, Aethiopis, Amazonis, Tharsis); le formazioni rocciose appaiono più scure (Mare Cimmerium, Mare Tyrrhenum, Mare Chronium, Protei Regio); il Polo Sud (in alto nelle foto), pur ricoperto di ghiaccio appare meno evidente perché attualmente Marte è nel periodo estivo mentre il Polo Nord (in basso nelle foto) è coperto da una coltre di nubi e si intravvede appena, ma sarà più evidente a partire da febbraio quando su Marte arriverà l’inverno. Sono ben riconoscibili anche le formazioni Marziane più note come la Syrtis Major di origini vulcaniche o le due punte scure di Sinus Gomer o l’Olympus Mons, il vulcano più alto dell’intero sistema Solare con i suoi 25 km d’altezza e una base di 600 Km o la Valles Marineris, un canyon lungo 4000 Km, largo 200 e profondo 10.

Di seguito qualche informazione circa l’attrezzatura utilizzata nelle sessioni di ripresa.

Telescopio SC Celestron C8 da 203 mm di diametro e 2000 mm di lunghezza focale con focheggiatore elettronico e lente di Barlow 2x
Montatura Equatoriale i-Optron CEM 40 motorizzata con Go To
Camera Altair Astro Hypercam 183C, sensore CMOS da 2,4 x 2,4 micron per riprese da 17 fps
Camera QHYCCD 5L, sensore CMOS da 3,75 micron per riprese fino a 85 fps

Per ogni immagine ho ripreso da 3000 a 12000 fotogrammi con aree croppate a 800×600 pixel in binning 1×1 oppure a 320×244 pixel in binning 2×2 pre-elaborate con PIPP e successivamente con RegiStax

Per chi volesse cimentarsi nell’impresa c’è ancora poco tempo visto che Marte continuerà ad allontanarsi sempre più e il suo diametro apparente si ridurrà a circa 15” con magnitudo – 1,14 a fine mese.

Cieli Sereni

Vittorio Marinoni