Una fruttuosa uscita fotografica nel Parco del Ticino per il nostro socio Alberto: è riuscito a documentare la presenza nelle nostre zone dell’Ibis sacro, un uccello trampoliere originario dell’Africa sub-sahariana e del Medio oriente.
Threskiornis aethiopicus (Latham, 1790), questo il suo nome scientifico, é lungo circa 70 cm, ha zampe assai sviluppate ed è caratterizzato dal lungo becco a lieve convessità superiore, nonché dal collo e dal capo neri, privi di penne, contrastanti con il piumaggio tutto candido. Nel 1989 fu avvistata la prima coppia all’interno del parco regionale delle Lame del Sesia in Piemonte e si pensò subito ad esemplari sfuggiti da qualche zoo privato, ma non è da escludere che possano provenire dalle popolazioni francesi, scappate da zoo o da abitazioni private. Pareva infatti impossibile che questo uccello bianco con testa, collo e coda neri, noto oramai solo nelle paludi e i laghi a sud del Sahara, potesse essere arrivato da solo in quest’area protetta della Padania.
Un tempo l’ibis sacro nidificava anche in Egitto, ove era venerato come l’incarnazione di Toth, dio della saggezza e compariva come uno dei segni dell’alfabeto geroglifico; oggi però, in Egitto, è praticamente estinto. Questo uccello predilige ambienti con presenza di acqua e fango e per questo motivo ha trovato un habitat ideale nelle zone risicole della pianura padana occidentale, con popolazioni cospicue in provincia di Novara e Vercelli ma con presenze significative anche nel Parco del Ticino, dove i primi esemplari furono notati nel 2012. Purtroppo, essendo una specie non autoctona, si pone in competizione con altri trampolieri predando spesso nidi e uova! Non si hanno dati certi sul fatto che la specie nidifichi nel Parco del Ticino, mentre sono presenti in numerose garzaie in Piemonte. Questa specie infatti vive spesso in associazione con aironi cinerini, garzette e nitticore. Le foto sono state realizzate in appostamento (nonostante sia meno schivo e fuggevole rispetto ad altri aironi e trampolieri) con reflex Canon Eos 7D MKII ed obbiettivo EOS L F. 400 mm nel Parco del Ticino, dove personalmente in tanti anni l’ho visto solo un paio di volte lungo i campi, le anse ed i canali.
Testo e foto: Alberto Sommi