La scorsa settimana la sonda giapponese Hayabusa-2 (in giapponese, “falco pellegrino”) ha compiuto una picchiata sfiorando la superficie dell’asteroide 162717 Ryugu, prelevando un piccolo campione di materiale da riportare poi a Terra.
Non è così semplice andare a raccogliere materiale da un asteroide e non solo perchè si deve centrare con precisione un roccione che si trova a centinaia di milioni di km da Terra, ma anche per la bassissima gravità tra sonda e asteroide: la sonda non è atterrata sulla superficie, ma si è avvicinata a sufficienza per “sparare” un piccolo proiettile da un tubo posto sotto la sonda, così da sollevare un po’ di polvere e detriti che sono stati raccolti dallo stesso tubo. Tutto sembra aver funzionato a dovere, stavolta: infatti un precedente tentativo compiuto anni fa dalla sonda gemella Hayabusa-1 in orbita attorno a 25143 Itokawa era fallito a causa di un malfunzionamento dell’apparato che doveva sparare il proiettile. Sono stati necessari mesi di prove e di avvicinamenti sempre più stretti, prima di scegliere il punto di raccolta e decidere il touchdown finale.
Hayabusa-2 ha ancora un paio di possibilità per raccogliere altro materiale da Ryugu: ci sono infatti altri due compartimenti stagni nella capsula di ritorno, ed altri due “proiettili” che potrebbero essere utilizzati in altrettanti incontri ravvicinati con l’asteroide. Ma, fanno sapere dall’Agenzia Spaziale Giapponese, le manovre di avvicinamento e raccolta sono molto più rischiose della precedente e dovranno essere prese decisioni molto serie e ponderate per evitare che la sonda si schianti sulla superficie e tutte le informazioni vadano perse.
L’obiettivo della missione di campionamento, e la speranza dei ricercatori, è di riuscire a catturare tra 10 e 100 milligrammi di “polvere di asteroide” da riportare a Terra per le analisi. Non si ha la certezza che il tubo raccoglitore sia riuscito a raccogliere abbastanza materiale, tuttavia il contenitore ora è stato sigillato e la sonda ora dovrà attendere fino a novembre o dicembre l’adeguato allineamento planetario per intraprendere il viaggio di ritorno verso casa. L’arrivo è previsto per il dicembre 2020, quando la capsula contenente, si spera, il materiale extraterrestre verrà lasciata cadere nel deserto australiano.