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Gen 15

Chi ha paura di Betelgeuse?

La costellazione di Orione. Foto: F. Rama

Avete notato che Betelgeuse, da un po’ di tempo, è diventata molto meno luminosa? No? Ebbene, la stella principale della costellazione di Orione che, per inciso, è tra le più riconoscibili nel cielo notturno invernale, non è più la più brillante, superata in luminosità da Rigel e forse anche da gamma Ori, Bellatrix.

Betelgeuse, nella spalla di Orione il cacciatore, è da sempre una stella “sorvegliata speciale” poiché le sue dimensioni e caratteristiche ne fanno un oggetto molto interessante da seguire e studiare. È una supergigante rossa, con massa pari a circa 20 volte quella del nostro Sole e diametro circa mille volte superiore. È anche giovanissima, soli 8,5 milioni di anni: rispetto al Sole sarebbe ancora nella prima infanzia, se non fosse che per stelle di questa massa è già un’età venerabile. Infatti le supergiganti hanno vita breve e muoiono spesso con grandi esplosioni che conosciamo come supernove, lasciando dietro di sé immense “nuvole” di gas e polveri che nei milioni di anni che seguiranno potranno nuovamente condensarsi in nuove stelle e nuovi pianeti.

Molto esplicito è il confronto tra le due fotografie, riprese in Abruzzo dall’amico Paolo Berardi, a distanza di quasi sei anni. Le foto sono volutamente sfocate per mettere in risalto il colore delle stelle e rimarcare la perdita di luminosità.

La luminosità di Betelgeuse nell’agosto del 2014 a confronto con il gennaio 2020. La perdita di brillanza è di oltre una magnitudine. Foto: P. Berardi, L’Aquila.

Confronto delle dimensioni stellari rispetto al Sole. Fonte: Aliona Ursu/Shutterstock

Le fluttuazioni di luminosità di Betelgeuse sono note ormai da secoli alternando cicli di sfolgorante splendore a fasi di modesta luminosità, con una periodicità alquanto irregolare.  Già nel 2011 il sito dell’Istituto Nazionale di AstroFisica riportava una corretta interpretazione del fenomeno smentendo gli scenari apocalittici innescati dai media e un buon articolo scientifico sulla situazione attuale e l’evoluzione di Betelgeuse, in inglese, si trova sul sito di space.com. Attualmente Betelgeuse si trova al minimo di luminosità mai registrato e questo rafforza le ipotesi che, se la luminosità non dovesse tornare alla normalità a breve, la stella possa entrare in una fase critica che la porterà ad esplodere come supernova. Non è possibile prevedere quando questo evento si verificherà: quasi sicuramente entro il prossimo milione di anni, ma potrebbe avvenire anche molto prima. Anzi, potrebbe essere già esplosa ed allora ne vedremo delle belle entro i prossimi 600 anni, questo è il tempo che impiegherà la luce a raggiungere il nostro Pianeta.

Tranquillizziamoci, però. Pur essendo una supernova galattica, cioè all’interno della nostra Galassia, Betelgeuse si trova ad una rassicurante distanza di 6-700 anni-luce e la sua esplosione non avrà effetti sulla Terra. Anche l’impressionante onda d’urto, che NON viaggia alla velocità della luce, impiegherà diversi milioni di anni a raggiungerci.

La nebulosa del Granchio, resto di supernova esplosa nel 1054 nella costellazione del Toro. Fonte: NASA/HST

Per gli astronomi sarà un evento epocale, l’opportunità di studiare da (relativamente) vicino un evento supernova con comodità e con tutto il tempo a disposizione è entusiasmante.

A tutti noi rimane comunque il fatto che, prima o poi, qualcuno si godrà un magnifico spettacolo pirotecnico e, per qualche tempo, la supernova Betelgeuse sarà così luminosa da rivaleggiare con la Luna piena. Restiamo in trepidante attesa…