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Ott 31

Stazione Spaziale, quale futuro?

La Stazione Spaziale Internazionale ripresa il 4 Ottobre dall’equipaggio della Expedition 56 in rientro sulla Terra.. Fonte: Roscosmos/NASA

Dopo il fallito lancio della missione Soyuz che l’11 ottobre scorso avrebbe dovuto portare due nuovi membri della Expedition 57 a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), permangono dubbi sulla possibilità di mantenere abitata la Stazione stessa in attesa di nuovi lanci autorizzati con equipaggio a bordo.
Come sapete, pochi minuti dopo il lancio da Baykonur la missione Soyuz MS-10 ha avuto un problema ai motori che avebbero dovuto portarla in orbita, attraccare alla ISS e sbarcarvi due astronauti, il russo Alexey Ovchinin e l’americano Nick Hague, oltre al consueto rifornimento di materiali, viveri ed esperimenti scientifici.

La Soyuz subito dopo il lancio dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan. Fonte: NASA / Roscosmos

Il malfunzionamento dei motori si è verificato quando la Soyuz si trovava già a 50 chilometri di altitudine, ma il vettore non aveva assunto il giusto assetto e mancava di spinta sufficiente per continuare verso l’orbita. I sistemi di sicurezza a bordo della Soyuz hanno immediatamente avviato la procedura per interrompere l’ascesa ed effettuare un rientro di emergenza, separando la capsula che ospitava l’equipaggio facendola nuovamente tuffare nell’atmosfera per tornare sulla Terra. La procedura di emergenza ha funzionato perfettamente, confermando l’affidabilità dei sistemi di sicurezza delle Soyuz, tra i mezzi spaziali più longevi nella storia delle esplorazioni orbitali. Il suo ultimo incidente, infatti, risale a oltre 40 anni fa: il 5 aprile del 1975 l’ascesa verso l’orbita terrestre fu interrotta dopo circa 5 minuti e l’equipaggio, anche se un po’ scombussolato, tornò regolarmente sulla Terra. 

L’equipaggio della Expedition 57 attualmente a bordo della ISS: Serena Auñón-Chancellor (NASA), Alexander Gerst (ESA) e Sergey Prokopyev (Roscosmos). Fonte: NASA

Questo incidente porterà inevitabilmente ad una sospensione dei lanci con le Soyuz, che oggi sono l’unico mezzo con cui gli astronauti possono andare e tornare dall ISS, almeno fino a quando non saranno completate le indagini per scoprire che cosa non abbia funzionato dopo il lancio. Ma questo significa che per parecchio tempo potrebbe interrompersi il ricambio degli equipaggi sulla ISS, portando a un suo eventuale e temporaneo abbandono.
Al momento sulla Stazione Spaziale ci sono, dal mese di giugno, tre astronauti: Serena Auñón-Chancellor (NASA), Alexander Gerst (ESA) e Sergey Prokopyev (Roscosmos) che dovrebbero restarvi fino a dicembre, quando era già stato programmato un altro lancio per sostituirli con un nuovo equipaggio. Già, e ora come farebbero a rientrare a Terra? Interviene un’altra misura di sicurezza previste sulla ISS: una capsula Soyuz è sempre attraccata alla Stazione, come una scialuppa di salvataggio su una nave. in caso di emergenza l’equipaggio si trasferisce a bordo della capsula e abbandona la nave, in questo caso, spaziale.

La Soyuz TMA-15M attraccata alla Stazione Spaziale Internazionale e l’Italia di notte. Fonte: NASA

Ma la Soyuz è progettata per resistere circa 200 giorni nell’ambiente dello spazio esterno e la Soyuz-TM9 che ha portato a bordo Chancellor, Gerst e Prokopyev è lì da giugno quindi dovrà rientrare per la fine dell’anno, massimo gennaio-febbraio 2019. E così la ISS resterebbe disabitata per la seconda volta dalla fine degli anni’90 quando era ancora in costruzione. Da allora c’è sempre stato qualcuno a bordo.
Fortunatamente, l’Agenzia Spaziale Russa Roscosmos ha dichiarato di aver concluso le indagini sul malfunzionamento dei motori boosters anche se non hanno ancora divulgato i risultati ed ha dichiarato che verranno effettuati tre lanci senza equipaggi nel prossimo mese di novembre, per testare le correzioni che verranno apprtate ai lanciatori. Sembra quindi molto probabile che la prevista missione del 20 dicembre si farà senza problemi e porterà tre nuovi membri dell’equipaggio, Anne McClain (NASA), Oleg Kononenko (ROSCOSMOS) e David Saint-Jacques (Canadian Space Agency) e riportando a Terra l’attuale equipaggio. 

Alexey Ovchinin (Roscosmos) e Nick Hague  (NASA) della Expedition 57prima della partenza con la Soyuz MS-10. Fonte: NASA

Per Alexey Ovchinin e Nick Hague, sopravvissuti al rocambolesco atterraggio di emergenza, il ritorno alla ISS è rimandato ad un prossimo futuro. Non sono felici, ovviamente, di questo rinvio e fremono d’impazienza per salire finalmente a bordo.
Va in ogni caso sottolineato il perfetto funzionamento del sistema di emergenza della Soyuz, che ha operato esattamente come era previsto che facesse ed il capo della NASA, Jim Bridenstine, parafrasando il rientro di Apollo 13 ha dichiarato:
“It’s important to note that, while this was a failed launch, it was probably the single most successful failed launch that we could have imagined”, ovvero: È importante notare che, sebbene questo sia stato un lancio fallito, è stato probabilmente il singolo lancio fallito di maggior successo che avremmo potuto immaginare”.