Conferenza di Astronomia

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Data / Ora
Date(s) - 15 Maggio 2020
21:00 - 23:00

Luogo
Palazzo Leone da Perego

Categorie


Conferenza di Astronomia

LA REALTÀ NON  È QUELLO CHE VEDIAMO

La Teoria dell’Universo Olografico

Negli ultimi 100 anni, a partire dallo sviluppo della Teoria della Relatività Generale da parte di Albert Einstein, numerose teorie sono state formulate al fine di spiegare e rendere conto dei fenomeni osservabili nell’Universo. Apparve presto evidente che ciò che era “osservabile” rappresentava solamente la percezione parziale ed incompleta dei fenomeni che avvengono continuamente nell’Universo. In più, nessuna teoria è attualmente in grado di spiegare ragionevolmente tutti i fenomeni che si osservano. Questo ha portato al tentativo, peraltro non ancora riuscito, di sviluppare una cosiddetta “Teoria del Tutto”, talvolta attribuendo al nostro universo un numero elevato di dimensioni spaziali (come avviene nel caso della Teoria delle Stringhe) aggiunte a quella temporale, di cui tre prevalenti e le altre avvolte su se stesse su scale estremamente piccole. Negli ultimi decenni, in seguito alle ricerche di J. Beckenstein e di S. Hawking in relazione alla cosiddetta “Termodinamica dei Buchi Neri” (che da pochi giorni sappiamo che veramente esistono…) il premio Nobel olandese G. t’Hooft e L. Susskind hanno sviluppato quello che è noto come “Principio Olografico” che si basa sull’analogia tra un Buco Nero e l’Universo in tutto il suo insieme. Il pregio del Principio Olografico risiede nella capacità di affrontare il problema della comprensione dei fenomeni che l’Universo ci mostra, dal punto di vista della quantità di informazione in esso contenuta e della sua distribuzione all’interno del nostro Universo. Un pioniere del modo di concepire L’Universo fu David Bohm, fisico teorico americano, che aveva già proposto, oltre mezzo secolo fa, la possibile esistenza di un “campo informativo” cioè della permanenza in tutto l’Universo di una certa quantità di informazione, distribuita in maniera non uniforme, la cui variazione locale dava origine ai fenomeni come noi li osserviamo. Secondo questa concezione del mondo, ogni fenomeno che noi osserviamo, sia a livello macroscopico che microscopico, dipende in ultima analisi dalla variazione dell’informazione localmente presente in un determinato luogo dell’Universo. Questo modo di vedere le cose ha implicazioni enormi e di grande portata in quanto permette, entro certi limiti, di spiegare ciò che fino a quel momento era stato ritenuto inspiegabile in termini fisici ed oggettivi. Curiosamente, anche i fenomeni di tipo olistico possono essere interpretati come una variazione dell’informazione locale, ed entro certi limiti, matematicamente trattati nello schema generale di quella che attualmente viene denominata “Teoria dell’Universo Olografico”.

Relatore: Dr. Adriano Gaspani

Astronomo – INAF – Osservatorio Astronomico di Brera Milano

Ingresso libero