«

»

Set 22

Il Grifone nel cielo di Legnano!

Grifone euroasiatico (Gyps fulvus) in volo sopra Legnano. Foto: A. Sommi

Nel tardo pomeriggio di oggi, primo giorno di autunno, verso le 18.20 locali a Legnano, ho avvistato in avvicinamento un volatile con un’apertura alare imponente. Il tempo di osservarlo con il binocolo ed eccolo nel mirino della macchina fotografica che uso abitualmente per l’avifauna (vedi la galleria fotografica in fondo alla pagina).

Grifone euroasiatico (Gyps fulvus) in volo sopra Legnano. Foto: A. Sommi

Stupore! …  accidenti é un avvoltoio! Che ci fa un avvoltoio in transito sopra il cielo di casa?? per l’esattezza si tratta di un Grifone euroasiatico, il cui nome scientifico è Gyps fulvus, con tanto di etichettatura (recante il N.6) ed un ricevitore satellitare di posizione situati sull’ala sinistra. Ha volteggiato in cerchio per circa 4 minuti prima di sparire verso ovest, attorniato da almeno 4 rondoni della specie pallido.

Il grifone eurasiatico è un uccello rapace che appartiene alla famiglia degli Accipitridi.

Grifone euroasiatico (Gyps fulvus). Esemplare dello zoo di Oakland. Fonte: Wikimedia Commons

Il suo aspetto è quello tipico dell’avvoltoio: sia la testa che il  collo non hanno un piumaggio sviluppato ma solo un corto piumino,  questo  per facilitare l’ingresso della testa nelle aperture delle carcasse di cui si ciba; attorno alla base del collo c’è un collarino di piume che impedisce che il retrostante piumaggio si sporchi di cibo; le ali sono ampie, l’aspetto imponente, con remiganti primarie profondamente incise, tipiche del buon veleggiatore. Durante il volo il collo è tenuto ritratto, piegato a S e quasi sembra scomparire nel collarino. Può rimanere in volo per centinaia di chilometri senza sbattere le ali, può volare sino ai 6000 metri di quota solo sfruttando le correnti ascensionali. La coda corta e quadrata lo rende immediatamente riconoscibile in volo da altri avvoltoi con simili contrasti cromatici. Il piumaggio definitivo viene raggiunto dopo una fase giovanile in cui l’uccello è più scuro.

Grifone euroasiatico (Gyps fulvus) fotografato nella Carmel Nature Reserve (Israele). Fonte: Wikimedia Commons, Artemy Voikhansky

Con una apertura alare 2,4 – 2,8 m, una lunghezza dalla punta del becco alle timoniere 95 – 105 cm ed un peso tra 7 e 12 kg, è una specie in continua espansione, che sembra non correre il rischio d’estinzione .La vita media  è sui 30-40 anni e diventa sessualmente maturo verso i 5-7 anni; la deposizione delle uova avviene tra la metà di gennaio e l’inizio di febbraio. La cova dura 52 – 58 giorni e il tempo di permanenza nel nido dura circa 110 – 120 giorni. La covata è di un uovo solo. Si nutre prevalentemente di carogne. I grifoni possono formare colonie separate e sono piuttosto fedeli al loro luogo stanziale. Si sposta solitamente in stormi di parecchi individui.

Il grifone eurasiatico si trova in Marocco, Algeria, Spagna, é diffuso in Grecia, Turchia, in Serbia e persino in Austria. In Italia la specie si era estinta ovunque tranne che in Sardegna, ma è stata reintrodotta con successo in Sicilia, in Calabria, in Basilicata, Friuli-Venezia-Giulia, in Abruzzo ed in alcune zone dell’arco alpino. In particolare, in Sicilia è stato reintrodotto all’interno del parco dei Nebrodi. In Calabria, sul massiccio del Pollino, sono stati introdotti degli esemplari a più riprese, di cui alcune coppie sono diventate stanziali e nidificanti; in Friuli -Venezia Giulia un progetto di reintroduzione del grifone nella  riserva naturale del lago di Cornino, degli inizi degli anni ’80, ha portato allo sviluppo di una colonia di circa 150 individui monitorati, con 44 nuovi grifoni involati nel 2020, unica colonia dell’arco alpino in crescita ed espansione di areale; in Abruzzo, sul Monte Velino, sono stati reinseriti circa 80 esemplari e, grazie alla riproduzione, la popolazione è in aumento (con un numero di esemplari stanziali che, nel 2010, era di circa 35 individui tra adulti e giovani, inanellati e non); a partire dall’agosto 2006, sono stati avvistati degli esemplari anche sul versante occidentale aquilano del Gran Sasso; sono presenti numerosi esemplari nella zona di Petrella Liri sempre in provincia di L’Aquila; in tempi più recenti si sono registrati avvistamenti sulle dolomiti, in Veneto sul massiccio della  Marmolada. Altri avvistamenti si sono avuti ad Usselio, nelle alte valli di Lanzo. Nel parco nazionale del Pollino sono stati reintrodotti nel 2002.

Attualmente viene osservato regolarmente anche sulle Alpi occidentali, per esempio nel parco nazionale del Gran Paradiso.

E’ stato un incontro, un’osservazione veramente speciale e rara quella di oggi, un grazie alla natura ed alle sue meraviglie che non  manca mai di stupirmi e per aver avuto l’onore di esserne testimone!

Alberto  Sommi