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Dic 17

Arecibo, addio

Il radiotelescopio di Arecibo, Puerto Rico. Fonte: NAIC/UCF

Il radiotelescopio di Arecibo, per oltre 50 anni il più grande del mondo, è crollato. I danni subiti a seguito del terremoto di Porto Rico del gennaio di quest’anno si sono via via aggravati ed ora, con il crollo della piattaforma ricevente, sono considerati irreparabili. La triste decisione di smantellamento, presa già nel 2016 per mancanza di fondi, è stata purtroppo confermata.
Inaugurato il 1 novembre 1963, il ciclopico radiotelescopio era stato costruito all’interno di un avvallamento naturale ed aveva un diametro di quasi 305 metri. Fino al 2016 era il più grande radiotelescopio single-dish al mondo, superato dal nuovo radiotelescopio cinese FAST del diametro di 500 metri.

Immagine radar dell’asteroide 2014 JO25. Fonte: NAIC/NASA/NSF

Fin dall’inizio della sua operatività ha collezionato successi e grandi scoperte in astrofisica, dalla precisa determinazione del periodo di rotazione di Mercurio, che fino ad allora non era stato possibile misurare, alle osservazioni di nebulose, pulsar ed esopianeti. Importanti le misurazioni radar di asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra e, ancora, lo studio dei fast radio bursts.

Il messaggio di Arecibo. Fonte: Wikipedia

Arecibo divenne popolare quando, nel novembre 1974, venne data una dimostrazione della potenza tecnologica dello strumento, inviando il famoso “messaggio di Arecibo”, un segnale radio estremamente potente in codice binario, verso l’ammasso globulare M13 nella costellazione di Ercole, a 26mila anni-luce da noi. Estremamente fotogenico, il grande disco è stato anche utilizzato in scene di film, tra cui Contact e James Bond, Golden Eye. Nonostante questo e nonostante la sua partecipazione al progetto SETI, il grande radiotelescopio non serviva per parlare con gli alieni, come hanno riportato alcuni media, bensì per affrontare e risolvere i grandi misteri dell’Universo.
Il grande singolo disco di Arecibo era formato da quasi 39000 pannelli di alluminio, sorretti da una maglia di cavi di acciaio; al di sopra del quale si trovava una piattaforma triangolare di 900 tonnellate, sospesa in aria 150 m sopra il disco mediante 18 cavi che partivano da 3 torri di cemento armato. Su questa piattaforma era situata la ricevente, posta all’interno di una struttura a forma di mezza sfera, il cui fuoco giaceva lungo una linea piuttosto che in un singolo punto (come dovrebbe essere invece in un riflettore parabolico). Questa tecnica permetteva al telescopio di osservare qualsiasi regione di cielo entro un cono di 40 gradi, visibile verso lo zenit locale.

Il danno del 10 agosto 2020 al riflettore principale di Arecibo. Fonte: NAIC/UCF

Il 10 agosto 2020 la rottura di un cavo di sostegno della piattaforma collocata sopra il disco centrale ha causato uno squarcio di circa 30 metri sul disco riflettente, interrompendo le osservazioni radio. Tre mesi dopo, il 7 novembre, un altro cavo di sostegno si è spezzato danneggiando ulteriormente il disco principale del radiotelescopio, aumentando il rischio che il carico gravante sui rimanenti cavi potesse provocare il crollo della piattaforma centrale sospesa sul piatto. A questo punto la NSF ha deciso di dismettere l’apparato ricevente perché la sicurezza della struttura era ormai compromessa ed i lavori di riparazione sarebbero stati troppo rischiosi.
Il 1 Dicembre 2020 le 900 tonnellate della struttura sovrastante si è staccata dai cavi di supporto, precipitando e distruggendo il riflettore primario.

Impressionante il video, rilasciato dal NSF, registrato al momento del crollo (Videos Credit: Arecibo Observatory, US National Science Foundation)