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Dic 30

Islanda: terra di acqua e di fuoco

Ci sono voluti pochi minuti durante una cena a casa di Angelo per decidere di visitare l’Islanda, una terra da tempo nei sogni di entrambi. Organizzare il viaggio non è stato semplice perché i giorni a disposizione erano pochi per un paese così grande e con molti luoghi d’interesse. Inizio primavera, eccoci a Reykjavík con la nostra piccola spedizione familiare. Questa tranquilla città, dove il traffico è meno intenso che a Legnano, è la capitale più settentrionale del mondo. Qui e in poche altre località si trova la più alta densità di popolazione mentre in quasi tutto il resto del territorio la presenza umana è decisamente scarsa.

Nonostante fossimo preparati a un clima poco mediterraneo, siamo stati subito messi alla prova da un forte e freddo vento che riusciva a spostare anche una valigia dotata di ruote. Il meteo della primavera, bizzarro e spesso imprevedibile, è stato il nostro sempre presente compagno di viaggio. Pioggia e vento quasi ogni giorno ci facevano percepire temperature piuttosto basse ma l’entusiasmo di scoprire questo angolo di mondo è sempre stato alto.
Fortunatamente le poche ore di bel tempo sono capitate al momento giusto permettendoci di effettuare una bella uscita in barca e avvistare un gruppo di orche marine.

Non meno emozionante è stato camminare fino ai piedi di una lingua glaciale e ammirare blocchi di ghiaccio grandi e piccoli galleggiare nel lago sottostante. La complicità tra sole e nuvole ci proponeva cambiamenti di luce che modificavano notevolmente l’aspetto di qualsiasi paesaggio. Abbiamo capito subito che visitare questo paese è sconsigliato a chi non ama la natura, le zone desertiche e a chi non sopporta il rumore del vento e delle onde dell’oceano. Non deve essere facile vivere a queste latitudini d’inverno quando il sole si affaccia di poco sopra all’orizzonte. Qui la natura è ancora sovrana e regala paesaggi fantastici con cascate che si trasformano in monumenti di ghiaccio durante la stagione fredda. Ma il cuore dell’Islanda è di fuoco infatti sotto i grandi ghiacciai si nasconde il pericolo sempre incombente di una eruzione. Questo paese è attraversato dalla zona di contatto tra due placche oceaniche che determinano una intensa attività geologica ben rappresentata da numerosi vulcani attivi come il Vatnajökull o l’Eyjafjöll che con l’eruzione del 2010 ha bloccato centinaia di voli in tutta Europa. Gli islandesi hanno imparato a convivere con questi giganti dai nomi impronunciabili…almeno per noi. Gli abitanti si sono ben adattati a questa regione ostile del nostro pianeta utilizzando il calore del sottosuolo per i bisogni energetici e le calde acque termali per il benessere fisico. Turismo e pesca sono importanti fonti per l’economia. Percorrendo le strade dell’isola ci siamo imbattuti in allevamenti di pecore e di cavalli molto belli e resistenti tipici islandesi. Non abbiamo avuto il piacere di osservare le aurore boreali causate delle tempeste magnetiche del sole ma questa mancanza sarà certo uno stimolo per tornare.

Testo e foto: Maurizio Franchini