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Ott 09

Appunti di viaggio: Arches National Park, Utah

Arches National Park, un altro dei “Mighty Five”, è un luogo sospeso nel tempo dove Madre natura si è veramente divertita a scolpire le rocce di arenaria rossa nei modi più impensabili. Le sfumature di colore sono quasi indescrivibili, è sufficiente che una nuvoletta si sposti perché il cambiamento di luce trasformi completamente la prospettiva di visione. Nessuna fotografia, per perfetta che sia, riesce a dare le sensazioni che si provano dal vivo.

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Fiery Furnace. Un labirinto di strette gole e canyon tra torreggianti pareti di arenaria

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Delicate Arch

Arches, come dice il nome, è il ricettacolo degli archi naturali: ce ne sono più di duemila e sono le formazioni più importanti, veri simboli di questo parco. Ma qui, più che nel Grand Canyon o nella Monument Valley dove sono ambientate le sue avventure, è il terreno di caccia di Wile E. Coyote: qui si trovano le rocce in precario equilibrio più strabilianti e i ponti di roccia più sottili e fragili.

A cominciare da Balanced Rock: qui l’erosione differenziale dei diversi strati rocciosi ha creato un miracolo di equilibrio, destinato tuttavia a scomparire man mano che il soffice strato di mudstone verrà consumato dagli agenti atmosferici. La formazione è alta 39 metri, di cui 17 sono rappresentati dal masso sulla sua sommità e che pesa la bellezza di 3200 tonnellate!

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Balanced Rock

Ed anche quest’altro masso sembra proprio messo lì da Wile Coyote, in attesa del passaggio di Beep Beep!

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Cado. Non cado. Cado…

Ed ecco gli archi: simbolo del parco è Delicate Arch, raggiungibile con una camminata di un paio d’ore per una visione ravvicinata o, come nel nostro caso, in auto per osservarlo da circa un miglio di distanza. In ogni caso, è un bel vedere! Poi ci sono Landscape Arch, Pine Tree Arch, Sand Dune Arch, ma non potendoli descrivere tutti, vi rimando alla Galleria.

Buona visione.

Testo: Franco Rama; Foto: Franco e Giorgio Rama