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Mar 27

Esposizione di Tillandsia, la pianta dell’aria!

Si dice che Cristoforo Colombo e i suoi uomini siano stati i primi europei, nei loro diari, a parlare di strane piante che presentavano foglie di colori e forme totalmente diverse; in realtà si trattava di un albero coperto di Tillandsia e di altre epifite di differenti varietà. Colombo credette parassite quelle piante e le descrisse come curiosi vegetali che condividevano l’una con l’altra l’apparato radicale.

L’habitat delle Tillandsia si estende dal sud degli Stati Uniti alla Patagonia e le oltre cinquecento specie finora identificate costituiscono un esempio di versatilità nella capacità di sfruttare le più eterogenee condizioni ambientali. Possiamo trovarle sulle nude vette delle Ande, nei paramos o sulla Puna, nascoste tra il fogliame delle foreste pluviali e ancora sulle dune sabbiose o nei giardini delle ville intorno a Buenos Aires. Le Tillandsia, ben note ai Maya, che le utilizzavano per ornare case e templi, sembra siano rimaste sconosciute ai naturalisti europei fino al 1623, anno in cui il botanico e medico svizzero Gaspar Bauhin fece la prima descrizione di una Tillandsia nella sua opera Pinax Theatri Botanici.

Successivamente nel ‘700 Linneo classificò quella pianta con il nome di Tillandsia, più precisamente Tillandsia utricolata.  Solo nel 1904 il botanico tedesco Carl Mez  spiegò la fisiologia delle piante epifite e capì come facessero a vivere svelando, quindi, il mistero che fino ad allora aveva incuriosito e stupito i tanti studiosi ed appassionati dell’epoca.

Il fascino delle Tillandsia sta proprio nel “loro vivere d’aria” e Mez comprese che la chiave di tutto stava nel velluto argenteo che caratterizza la superficie fogliare di queste piante. Essa, infatti, è coperta da strutture piccolissime, i tricomi, che hanno diverse funzioni, in primo luogo quella importantissima di “succhiare” l’acqua e i sali minerali  per portarli verso i tessuti interni della pianta.

Nonostante le loro forme inconsuete ed il fatto che se ne senta poco parlare le Tillandsia non sono così lontane dal nostro vissuto quotidiano: spesso, infatti, sulle nostre tavole compare un loro stretto parente: l’ananas (Ananas comosus). Come questo frutto che si mangia, anch’esse appartengono alla più vasta famiglia delle Bromeliaceae.

Colpita da un mondo tanto affascinante, l’Associazione Antares, in collaborazione con Michieli Floricoltura, ha voluto proporre per la in prima volta non solo a Legnano ma in tutta Italia una mostra insolita: TILLANDSIA, la pianta dell’aria”.

 

La mostra è consistita in una due giorni botanica dal sapore tropicale e subtropicale dell’America Latina, dedicata specificamente alle Tillandsia. Queste piante “dell’aria” sono vegetali che anziché affondare le proprie radici nel terreno, come accade comunemente, vivono abbarbicate su alberi, arbusti, rocce e perfino sui fili della luce e del telefono, in condizioni a dir poco impossibili per tutte le altre piante.

Con l’evoluzione, infatti, le Tillandsia hanno sviluppato la capacità di assorbire l’acqua e i nutrimenti dall’atmosfera, tramite le proprie foglie e non dalle radici, che, nel loro caso, svolgono essenzialmente la funzione di fornire un ancoraggio al supporto su cui vivono.

Fin dalla loro scoperta, questa caratteristica ha suscitato parecchia attenzione da parte di studiosi e scienziati, interessati a comprendere e spiegare tutti i segreti di un comportamento tanto anomalo nel mondo vegetale. Più recentemente, proprio in virtù del fatto che i nutrimenti non vengono attinti dal terreno, si è pensato di utilizzare le Tillandsia come biorivelatori della qualità dell’aria e della presenza di inquinanti nell’atmosfera, scoprendo una pur modesta capacità di metabolizzare al loro interno tali sostanze.

L’interesse suscitato nei confronti delle Tillandsia esposte durante la manifestazione è stato davvero notevole e i visitatori  hanno mostrato molta curiosità apprezzando l’eleganza del portamento, la stranezza delle forme, la bellezza e le colorazioni particolarmente intense delle loro fioriture.

Paolo Michieli, vivaista molto esperto, durante questa due giorni ha saputo coinvolgere e dare risposte a tutti gli interessati: da semplici curiosi, ad appassionati così come Roberta Filippini, bravissima architetto, che, con simpatia e competenza, aiutava le signore a scegliere e forniva suggerimenti su come disporle in casa.

Nella mostra sono state esposte numerose varietà di Tillandsia, da quelle più comuni a quelle più strane, da quelle a fiore verde (Tillandsia lepidosepala) a quelle profumate (Tillandsia straminea, Tillandsia reichenbachii), da quelle lievi e sottili simili a stelle (Tillandsia tectorum, Tillandsia argentea) a quelle contorte (Tillandsia streptophylla, Tillandsia butzii, Tillandsia bulbosa); parecchie erano presentate a formare pareti verticali: un’esposizione dal vero di queste piante veramente eccezionale! Il percorso della mostra proponeva anche una serie stampe antiche di Tillandsia  che hanno guidato il visitatore in questa sorprendente nicchia del mondo vegetale.

Testo di Gabriella Oldrini; foto e filmato di Roberto Olgiati.